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miglia. Stao lieto e de bona aira, cena. Po·lle vidanne per
refiescare de consiglio de doi suoi presienti miedici, ma-
stro Guido da Prato e mastro Matteo da Vitervo, soleva
manicare latte fiesco pecorino. Voize la usanza servare.
Convenne ca de la famiglia isse fi allo campo alle precoia
e là mognessi le pecora. Empiuto che àbbero de latte uno
granne catino de ariento, vennesi alla cena. Granne ora
passata aspettao, mentre questo latte se pone e ène mon-
to. Lo cardinale, venuto lo latte, sopra lo latte se pone
con suo cucchiaro, comenza a manicare. Presene pieno
ventre. Civo corruttivile. Granne ora po lo pasto, po lo
latte vennero cetruoli, e de quelli per refiescare manicao,
infusi nello aceto, de commannamento delli miedici ditti.
La notte fatta, gìo a posare. Non trovao posa alcuna, non
dormìo. Lo civo li stava nello stomaco, crudo, indigesto.
La dimane se levao svogliato per lo poco spazio de tiem-
po che avea cavalcato. Lo primo luoco che trovao fu la
villa de Santo Iuorio. Là posao, c a cavallo non poteva
più ire. Posato non magnao la sera. De notte passao de
questa vita. Moita tristizia abbe la soa compagnia. Così
fu desperduta, como le pecorella abannonate dallo pa-
store, per doi cascioni: la prima, che tutto lo arnese li fu
levato dalli baroni della contrata; la secunna, che·llo ne-
pote dello cardinale, uno delli doi, morìo. Sùbito tutta la
famiglia infermao. Quello more, questo more. Tutta la
famiglia morìo, ché omo non ne campao. Chi morìo per
le terre de Campagna, chi a Roma, chi a Vitervo. Missore
Ianni, l aitro nepote, morìo in Santo Spirito de Roma.
Non remansit canis mingens ad parietem. Ecco la novita-
te: lo legato dello papa morìo in viaio nella villa de Santo
Iuorio, po esso li nepoti e tutta la famiglia, anno Domini
MCCCL, nello iubileo. Lo cuorpo dello legato fu opier-
Letteratura italiana Einaudi 152
Anonimo romano - Cronica: Vita di Cola di Rienzo
to. Grasso era drento como fussi vitiello lattante. La va-
cuitate dello ventre fu empita de cera munna. Lo cuorpo
fu inonto de aloè e vestuto in abito de frate menore.
Messo in una cassa sopra de un mulo como fussi una so-
ma, qua venerat via Romam rediit. Venuto in Santo Pie-
tro senza compagnia, senza ululato, senza chierico fu
operta semplicemente la soa sepoitura della soa cappella.
Là fu iettato. Non fu allocato, anco fu iettato sì che cad-
de in bocconi, e così imboccato remase. Considera dun-
qua que ène la vita umana, que ène la gloria dello mun-
no, que ène lo onore. Omo pomposo, aito prelato che
desiderava la moneta, li onori, le granne casamenta, le
onorabile compagnie, iace solo in abito de povertate,
renchiuso in soa tomma; né soie ricchezze vaizero che
uno vile omo se faticassi a destennere quello cuorpo se-
cundum debitam figuram, supino.
CAP. XXIIII
[Como Peroscini assediaro Bettona e desficcaro la terra da fon-
namenti e tagliaro la testa a missore Crispolto traditore.]
[...]
CAP. XXV
[Como le campane de Santo Pietro de Roma arzero e como
perdìo lo papa la signoria dello senato e como papa Chi-
mento morìo.]
[...]
Letteratura italiana Einaudi 153
Anonimo romano - Cronica: Vita di Cola di Rienzo
CAP. XXVI
Como lo senatore fu allapidato da Romani e delli magnifichi
fatti li quali fece missore Egidio Conchese de Spagna, legato
cardinale, per recuperare lo Patrimonio, la Marca de Ancona e
Romagna.
Muorto papa Chimento, fu creato papa Innocenzio,
lo quale fu ditto cardinale de Chiaramonte, dello abito
de santo Pietro, preite seculare. Como papa Innocenzio
fu creato, Dio li mustrao granne vennetta de quelli
che·lli avevano tuoito lo senato. Curreva anno Domini
MCCCLIII, de quaraiesima, de sabato de frebaro. Le-
vaose una voce subitamente per mercato in Roma: «Puo-
polo, puopolo!» Alla quale voce Romani curro de·llà e
de cà como demonia, accesi de pessimo furore. Iettano
prete allo palazzo; metto a roba, specialemente li cavalli
dello senatore. Quanno lo conte Bertollo delli Orsini
sentìo lo romore, penzao dello campare e de salvarese al-
la casa. Armaose de tutte arme, elmo relucente in testa,
speroni in pede como barone. Descenneva per li gradi
per montare a cavallo. Lo strillare e·llo furore se conver-
te nello desventurato senatore. Più prete e sassi li fiocca-
no de sopra como fronni che cascano delli arbori lo au-
tunno. Chi li dao, chi li promette. Stordito lo senatore
per li moiti colpi, non li vastava coperirese de sotto soie
arme. Puro abbe potestate de ire in pede allo palazzo
dove stao la maine de santa Maria. Là da priesso per lo
moito fioccare de prete la virtute li venne meno. Allora
lo puopolo senza misericordia e leie in quello luoco li
compìo li dìi, allapidannolo como cane, iettanno sassi
sopra lo capo como a santo Stefano. Là lo conte passao
de questa vita scommunicato. Non fece motto alcuno.
Muorto che fu, lassato, onne perzona torna a casa. Sena-
tor collega turpiter per funem demissus, deformis pileo
per posticam palatii obvoluta facie transivit ad domum.
Letteratura italiana Einaudi 154
Anonimo romano - Cronica: Vita di Cola di Rienzo
La cascione de tanta severitate fu ca questi doi senatori
vivevano como tiranni. Ià erano infamati, ché grano
mannavano per mare fòra de Roma. Era lo grano carissi-
mo. La canaglia non comportava la fame e·llo deiuno.
Non sao temere lo puopolo affamato. Non aspetta che
dichi: «Fa questo». Questa connizione hao la carestia,
che moiti potienti hao perterrata. Anco pòtera essere la
cascione che Dio non consente che·lle cose della Chiesia
siano violate. De ciò favellava Valerio Massimo. Dao lo
esempio de Dionisio tiranno de Cecilia, lo quale tagliava
li capelli e·lle varve de auro le quale avevano li suoi diei,
e diceva ca·lli diei non deveano avere similitudine de
becchi varvati. De questa onta la quale fece a suoi diei fu
punito, ca in soa vita visse con paura e po la morte soa
sio figlio venne in tanta miseria, che viveva de insegnare
li guarzoni lo alfabeto. Forza più non sapeva. Vedi mara-
viglia! Saputa che fu la morte dello senatore lapidato, la
carestia de sùbito cessao per lo paiese intorno e fu con-
venevole derrata de grano. Questo papa Innocenzio la
prima cosa che se puse in core fu che·lli tiranni restituis- [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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miglia. Stao lieto e de bona aira, cena. Po·lle vidanne per
refiescare de consiglio de doi suoi presienti miedici, ma-
stro Guido da Prato e mastro Matteo da Vitervo, soleva
manicare latte fiesco pecorino. Voize la usanza servare.
Convenne ca de la famiglia isse fi allo campo alle precoia
e là mognessi le pecora. Empiuto che àbbero de latte uno
granne catino de ariento, vennesi alla cena. Granne ora
passata aspettao, mentre questo latte se pone e ène mon-
to. Lo cardinale, venuto lo latte, sopra lo latte se pone
con suo cucchiaro, comenza a manicare. Presene pieno
ventre. Civo corruttivile. Granne ora po lo pasto, po lo
latte vennero cetruoli, e de quelli per refiescare manicao,
infusi nello aceto, de commannamento delli miedici ditti.
La notte fatta, gìo a posare. Non trovao posa alcuna, non
dormìo. Lo civo li stava nello stomaco, crudo, indigesto.
La dimane se levao svogliato per lo poco spazio de tiem-
po che avea cavalcato. Lo primo luoco che trovao fu la
villa de Santo Iuorio. Là posao, c a cavallo non poteva
più ire. Posato non magnao la sera. De notte passao de
questa vita. Moita tristizia abbe la soa compagnia. Così
fu desperduta, como le pecorella abannonate dallo pa-
store, per doi cascioni: la prima, che tutto lo arnese li fu
levato dalli baroni della contrata; la secunna, che·llo ne-
pote dello cardinale, uno delli doi, morìo. Sùbito tutta la
famiglia infermao. Quello more, questo more. Tutta la
famiglia morìo, ché omo non ne campao. Chi morìo per
le terre de Campagna, chi a Roma, chi a Vitervo. Missore
Ianni, l aitro nepote, morìo in Santo Spirito de Roma.
Non remansit canis mingens ad parietem. Ecco la novita-
te: lo legato dello papa morìo in viaio nella villa de Santo
Iuorio, po esso li nepoti e tutta la famiglia, anno Domini
MCCCL, nello iubileo. Lo cuorpo dello legato fu opier-
Letteratura italiana Einaudi 152
Anonimo romano - Cronica: Vita di Cola di Rienzo
to. Grasso era drento como fussi vitiello lattante. La va-
cuitate dello ventre fu empita de cera munna. Lo cuorpo
fu inonto de aloè e vestuto in abito de frate menore.
Messo in una cassa sopra de un mulo como fussi una so-
ma, qua venerat via Romam rediit. Venuto in Santo Pie-
tro senza compagnia, senza ululato, senza chierico fu
operta semplicemente la soa sepoitura della soa cappella.
Là fu iettato. Non fu allocato, anco fu iettato sì che cad-
de in bocconi, e così imboccato remase. Considera dun-
qua que ène la vita umana, que ène la gloria dello mun-
no, que ène lo onore. Omo pomposo, aito prelato che
desiderava la moneta, li onori, le granne casamenta, le
onorabile compagnie, iace solo in abito de povertate,
renchiuso in soa tomma; né soie ricchezze vaizero che
uno vile omo se faticassi a destennere quello cuorpo se-
cundum debitam figuram, supino.
CAP. XXIIII
[Como Peroscini assediaro Bettona e desficcaro la terra da fon-
namenti e tagliaro la testa a missore Crispolto traditore.]
[...]
CAP. XXV
[Como le campane de Santo Pietro de Roma arzero e como
perdìo lo papa la signoria dello senato e como papa Chi-
mento morìo.]
[...]
Letteratura italiana Einaudi 153
Anonimo romano - Cronica: Vita di Cola di Rienzo
CAP. XXVI
Como lo senatore fu allapidato da Romani e delli magnifichi
fatti li quali fece missore Egidio Conchese de Spagna, legato
cardinale, per recuperare lo Patrimonio, la Marca de Ancona e
Romagna.
Muorto papa Chimento, fu creato papa Innocenzio,
lo quale fu ditto cardinale de Chiaramonte, dello abito
de santo Pietro, preite seculare. Como papa Innocenzio
fu creato, Dio li mustrao granne vennetta de quelli
che·lli avevano tuoito lo senato. Curreva anno Domini
MCCCLIII, de quaraiesima, de sabato de frebaro. Le-
vaose una voce subitamente per mercato in Roma: «Puo-
polo, puopolo!» Alla quale voce Romani curro de·llà e
de cà como demonia, accesi de pessimo furore. Iettano
prete allo palazzo; metto a roba, specialemente li cavalli
dello senatore. Quanno lo conte Bertollo delli Orsini
sentìo lo romore, penzao dello campare e de salvarese al-
la casa. Armaose de tutte arme, elmo relucente in testa,
speroni in pede como barone. Descenneva per li gradi
per montare a cavallo. Lo strillare e·llo furore se conver-
te nello desventurato senatore. Più prete e sassi li fiocca-
no de sopra como fronni che cascano delli arbori lo au-
tunno. Chi li dao, chi li promette. Stordito lo senatore
per li moiti colpi, non li vastava coperirese de sotto soie
arme. Puro abbe potestate de ire in pede allo palazzo
dove stao la maine de santa Maria. Là da priesso per lo
moito fioccare de prete la virtute li venne meno. Allora
lo puopolo senza misericordia e leie in quello luoco li
compìo li dìi, allapidannolo como cane, iettanno sassi
sopra lo capo como a santo Stefano. Là lo conte passao
de questa vita scommunicato. Non fece motto alcuno.
Muorto che fu, lassato, onne perzona torna a casa. Sena-
tor collega turpiter per funem demissus, deformis pileo
per posticam palatii obvoluta facie transivit ad domum.
Letteratura italiana Einaudi 154
Anonimo romano - Cronica: Vita di Cola di Rienzo
La cascione de tanta severitate fu ca questi doi senatori
vivevano como tiranni. Ià erano infamati, ché grano
mannavano per mare fòra de Roma. Era lo grano carissi-
mo. La canaglia non comportava la fame e·llo deiuno.
Non sao temere lo puopolo affamato. Non aspetta che
dichi: «Fa questo». Questa connizione hao la carestia,
che moiti potienti hao perterrata. Anco pòtera essere la
cascione che Dio non consente che·lle cose della Chiesia
siano violate. De ciò favellava Valerio Massimo. Dao lo
esempio de Dionisio tiranno de Cecilia, lo quale tagliava
li capelli e·lle varve de auro le quale avevano li suoi diei,
e diceva ca·lli diei non deveano avere similitudine de
becchi varvati. De questa onta la quale fece a suoi diei fu
punito, ca in soa vita visse con paura e po la morte soa
sio figlio venne in tanta miseria, che viveva de insegnare
li guarzoni lo alfabeto. Forza più non sapeva. Vedi mara-
viglia! Saputa che fu la morte dello senatore lapidato, la
carestia de sùbito cessao per lo paiese intorno e fu con-
venevole derrata de grano. Questo papa Innocenzio la
prima cosa che se puse in core fu che·lli tiranni restituis- [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]